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AMORE E PSICHE | una favola per due spettatori 


TEATRO DEL LEMMING

26 febbraio 3 marzo 2024 | Teatro Studio (RO)


Il lavoro su AMORE E PSICHE prosegue sulla strada aperta dai nostri precedenti lavori dedicati alle figure di EDIPO E DIONISO e si propone come ideale continuazione. in DIONISO, ad esempio, il rapporto attori - spettatori si faceva mimentico di quei rapporti esperti sempre più spesso nelle relazioni col mondo che si stabiliscono appunto sotto il segno dell'opposizione e del non riconoscimento.
in AMORE E PSICHE il mobimento suggerito è esattamente di segno opposto. qui la seduzione è agita per amore e conduce, finalmente, ad una congiunzione: congiunzione di anima e corpo, dell'io con l'altro, di attore e spettatore. Dalla dualità si giunge così alla condivisione, alla fusione - con l'altro.
il mito ci dice per altro che questa unione è tutt'altro che facile. le vicissitudini di Psiche sono terribii e a volte paiono poterla devastare completamente: ma non sono che il cammino necessario alla sua unione finale con Amore. il mondo piuttosto che come vana valle di lacrime, appare così, per dirla con Keats, la valle del fare anima. Poiché, per citare Jung, " l'anima non può esistere senza la sua altra parte, che si trova sempre in un TU".

Per il Teatro del Lemming Amore e Psiche - una favola per due spettatori è la terza parte del ciclo denominato La Tetralogia dello spettatore.

 

NB* Il lavoro prevede un coinvolgimento diretto, drammaturgico e sensoriale di due soli spettatori a replica: un uomo e una donna

Il lavoro su AMORE E PSICHE prosegue sulla strada aperta dai nostri precedenti lavori dedicati alle figure di EDIPO E DIONISO e si propone come ideale continuazione. in DIONISO, ad esempio, il rapporto attori - spettatori si faceva mimentico di quei rapporti esperti sempre più spesso nelle relazioni col mondo che si stabiliscono appunto sotto il segno dell'opposizione e del non riconoscimento.
in AMORE E PSICHE il mobimento suggerito è esattamente di segno opposto. qui la seduzione è agita per amore e conduce, finalmente, ad una congiunzione: congiunzione di anima e corpo, dell'io con l'altro, di attore e spettatore. Dalla dualità si giunge così alla condivisione, alla fusione - con l'altro.
il mito ci dice per altro che questa unione è tutt'altro che facile. le vicissitudini di Psiche sono terribii e a volte paiono poterla devastare completamente: ma non sono che il cammino necessario alla sua unione finale con Amore. il mondo piuttosto che come vana valle di lacrime, appare così, per dirla con Keats, la valle del fare anima. Poiché, per citare Jung, " l'anima non può esistere senza la sua altra parte, che si trova sempre in un TU".